Conosciamo il ratto come animale di colonia, che vive in gruppi numerosi in modo armonioso e collaborativo, e ciò riscontriamo nelle nostre piccole realtà domestiche con i nostri ratti che vivono serenamente con i loro compagni.
A volte però non è così ed un ratto maschio che raggiunge la piena maturità sessuale (intorno ai 6-8 mesi) inizia a manifestare un comportamento bellicoso nei confronti dei propri compagni, rompendo quell'equilibrio che prima invece era presente. Spesso ciò ha causa ormonale.
L'Overdose di Ormone
Quali sono i comportamenti che devono farci "rizzare le antenne"?
- pelo irto e unto nel ratto che manifesta aggressività
- camminata laterale e insistenza nello strusciare il fianco contro gli oggetti e le superfici
- posizione inarcata e di sfida
- alta reattività agli stimoli
- aumento di risse e zuffe nella colonia
- presenza di ferite nei compagni
- atteggiamento intimidatorio, soffi e tentativi di aggredire
- esagerata possessività e territorialità con cibo, tane, amache
Tale comportamento è spesso rivolto ai compagni di colonia, a volte ad un soggetto in particolare, a volte tale aggressività viene rediretta anche all'uomo.
Che cosa si può fare?
Una cosa sola: sterilizzare.
Se la causa è ormonale, togliendone l'origine si elimina anche il problema.
Sterilizzazione chirurgica o chimica (mediante chip) da valutare con il proprio vet in base allo stato di salute del ratto, età, condizione fisica (la prima è più invasiva ma definitiva, la seconda è meno invasiva ma temporanea) è una scelta da ponderare ma anche l'unica soluzione praticabile per risolvere un problema ormonale.
Anche la femmina può manifestare tale problematica, in proporzioni minori rispetto alla casistica nel ratto maschio ma con uguali dinamiche ed espressioni del problema e, quindi, medesima soluzione.
Il problema dell'aggressività ormonale è in realtà molto molto più grande di quanto non si immagini perchè è purtroppo molto molto presente nel ratto italiano, basti pensare che fino a qualche anno fa a chi aveva un ratto maschio testosteronico veniva consigliato di riprodurlo per farlo "calmare".. cosa ovviamente assurda e senza fondamento.. e che incrementava il problema diffondendolo alla generazione successiva.
Ebbene sì, il problema più grande dell'aggressività ormonale è che è di natura ereditaria.
Quindi è un problema facile da arginare?
Potrebbe, ma non è così semplice.
Non necessariamente il genitore deve mostrare problemi ormonali per trasmetterli, è sufficiente siano presenti nella linea perchè possano emergere nei figli, nei nipoti, ecc.
Inoltre, molto spesso i maschi riprodotti giovani non manifestano ancora il problema.. o lo manifestano subito dopo essere stati riprodotti (a frittata fatta).
E, nelle femmine, si manifesta la Maternal Aggression in prossimità del parto (a volte qualche giorno prima, a volte qualche giorno dopo) senza altri sintomi premonitori dati in precedenza.
Maternal Aggression
La Maternal Aggression è un comportamento indotto da picchi di ormoni prodotti con l'avvicinarsi del parto che inducono la ratta ad atteggiamenti territoriali, aggressivi e sovente mordaci nei confronti di chi si avvicina a lei ed al nido.
Tale meccanismo di difesa nasce per proteggere i cuccioli da eventuali minacce ed è quindi naturale, allo stesso tempo è innaturale se diretto ai compagni di colonia o alla persona che la ratta conosce e di cui abitualmente si fida.
La ratta più dolce del mondo può trasformarsi in una "piccola furia", inavvicinabile e mordace.
Che cosa si può fare?
Lasciarla in pace!
L'aspetto positivo della Maternal Aggression è che dura il tempo in cui i cuccioli sono nel nido:
man mano che i cuccioli crescono ed iniziano ad uscire ed esplorare intorno, la ratta tende a calmarsi e tale comportamento svanisce nel giro di 2-3 settimane, al più tardi.
Bisogna quindi allarmarsi?
Il giusto.
Meglio toccare il nido per controllare i cuccioli quando la mamma non è presente, bisogna fare attenzione nel maneggiarla o si rischia di pigliare morsi (meglio farla entrare in un trasportino e spostarla piuttosto che prenderla direttamente in mano col rischio che si volti), attirarla col cibo meglio che agitarla e stressarla, limitare le operazioni di rabbocco, controllo e pulizia allo stretto necessario.
Poche precauzioni da mettere in atto per superare le prime settimane senza danni, il suo comportamento aggressivo non va ad intaccare la sua devozione ai cuccioli ed alle cure che dà loro.
MA
vero che la ratta tornerà la bella e buona trottolina che era prima una volta finito lo svezzamento, vero che i cuccioli vengono cresciuti amorevolmente e svezzati senza problemi..
ma c'è un MA bello grande: tale problema di aggressività ormonale manifestato dalla mamma può tradursi nei cuccioli come future Overdose di Ormone nei maschi e future Maternal Aggression nelle femmine.
Lo abbiamo detto, è ereditario.
Quindi, un allevatore coscienzioso, va ad escludere di riprodurre in futuro non solo la stessa ratta ma anche tutti i figli nati da questa ratta.
Non necessariamente ogni figlio svilupperà un problema ormonale, può darsi che non manifesteranno problemi per tutta la vita o finchè non verranno riprodotti a loro volta, oppure.. torna ad emergere nei loro figli, perchè è presente nella linea.
Ecco perchè è così difficile da arginare come problema: aldilà dell'uso di soggetti con problemi ormonali manifesti.. ci sono anche i soggetti potenziali che possono trasmettere il problema, senza manifestarlo, perchè fa parte del loro corredo genetico.
Sostanzialmente.. sai che è presente nella linea quando salta fuori, prima puoi solo supporre che non ci sia.
Universalmente il problema dell'aggressività ormonale è riconosciuto come un ban in allevamento:
nessuno vuole ratti che mordono o non possono vivere con altri ratti, nè chi li alleva nè chi li tiene da compagnia.
A tal proposito le linee di pensiero su come comportarsi con ratti con problemi ormonali sono differenti:
SOFT CULL | s'intende l'esclusione del soggetto dalle future riproduzioni, il ritiro come riproduttore, la sterilizzazione (se necessaria) e la detenzione come animale da compagnia |
HARD CULL | s'intende l'eliminazione fisica del soggetto, spesso associata all'eliminazione anche della cucciolata da lui generata (ed eventualmente la linea stessa) |
Io sono contraria, aborro, detesto, ODIO (ODIO ODIO ODIO!!!) l'hard cull e su questo non voglio ci siano dubbi.. lo ritengo disumano e IDIOTA.
Se un ratto ha un problema di ormone che può risolversi con la sterilizzazione, se una ratta ha un problema di ormone che nel giro di 2-3 settimane sparisce da sè.. che bisogno c'è di ucciderli???
La loro cucciolata non verrà utilizzata in riproduzione, d'accordo, qual è il problema? Verrà tenuta da compagnia!
Avranno problemi ormonali? Si sterilizzerà e il problema finirà con loro!
E' giusto escludere soggetti problematici dalla riproduzione, non è giusto eliminarli, la loro vita è ugualmente preziosa ed anche se molti che allevano giocano a fare dio.. non è un diritto o una libertà dell'allevatore uccidere i soggetti che non gli fanno comodo. MAI.
Questo è il mio pensiero, accusatemi pure di chiusura mentale.. non ne tollero uno diverso e va benissimo così. ò_ò
Il problema dell'aggressività ormonale è così presente nella popolazione di ratti (italiana come mondiale) perchè a volte è manifesto.. a volte invece è subdolo ed apparentemente assente.. ma ancora di più perchè in allevamento viene chiuso un occhio in favore di varietà ed altri elementi estetici che pur di riprodurre si mette da parte tutto il resto.
Un esempio recente di questi anni è il Silvermane, varietà scoperta casualmente in un negozio da pasto in America, che inizialmente presentava problemi ormonali e caratteriali ma che, in favore di tale genetica, è stato riprodotto e diffuso in tutto il mondo.. tanto che ad oggi non c'è praticamente un allevatore che non abbia una propria linea di Silvermane in allevamento.
Nonostante la sua origine sia stata ben lontana dal ratto "esente problemi da riprodurre" (alla faccia dei puristi del soft cull e dell'hard cull) quando c'è qualcosa che piace.. si riproduce, no matter what, tanto poi ci si lavora in seguito.. dicono..
Questo giusto per sottolineare ancora una volta, e ce ne fosse bisogno, che il problema ormonale è tale e diffuso perchè interrompere una linea, rinunciare ad una genetica interessante, ammettere un problema ed escludere riproduttori può essere un passo che molti allevatori non fanno, per tante ragioni.. non tutte legittime.
Posso capire, posso comprendere molte di queste ragioni ma su una cosa ci tengo ad essere chiara:
LA TRASPARENZA.
A differenza di me, che quel che allevo sostanzialmente me lo tengo, la direi totalità di altri allevatori cede e cede a persone che cercano ratti ben allevati, docili, selezionati perchè non
abbiano problemi di salute, caratteriali e comportamentali.
Il problema ormonale è un problema di salute che sfocia nel problema caratteriale e comportamentale.. direi che è un boccone bello grosso da mandare giù. >_<
Come detto può essere subdolo e manifestarsi successivamente, a linea avviata, a generazioni già vissute nel mentre, può succedere, così come una nuova apertura può immettere sangue nuovo ma anche problemi che prima non c'erano o non si erano ancora manifestati.
A livello di selezione è più facile espandere la potenzialità del problema ormonale anzichè eliminarlo, è più facile nasconderlo scegliendo riproduttori esenti sintomi che escluderlo radicalmente, non è un problema dalla soluzione facile e non si risolve con una generazione o due, è una pia illusione, non puoi dire che non c'è perchè non lo vedi.. ma è vero il contrario: quando lo vedi allora è la conferma che è presente. >_<°
Bisogna essere chiari, onesti e prendere i provvedimenti necessari per arginare il problema, anche a costo di interrompere il lavoro di anni.. se necessario, per il bene dei ratti in primis.
E, soprattutto, essere chiari ed onesti con i propri adottanti.. perchè saranno loro a dover gestire "il problema" qualora dovesse emergere, allevare non è facile, gli errori sono infiniti.. da parte di chi alleva e da parte di chi adotta ci vuole una onesta collaborazione da ambo le parti.
Non pensiate che all'estero il problema non sia presente.. forse è tanto e più che in Italia.. tuttavia noi ci confrontiamo con la nostra realtà ed è qui che possiamo migliorare le cose, è qui che possiamo crescere ed essere maggiormente consapevoli, sia di cosa significa allevare e selezionare, sia di cosa significa prendersi cura di un essere vivente che ci viene affidato.
E quando l'aggressività non è ormonale?
Questa è una nota dolentissima.
In Italia negli ultimi anni si sono visti aumentare i casi di ratti con una spiccata aggressività (intraspecifica ma anche diretta all'uomo) che la sterilizzazione non ha risolto, facendo emergere una realtà ancora più preoccupante: se non è a causa ormonale ci si può fare poco se non niente.
Se con l'aggressività ormonale la sterilizzazione offre un salvagente abbastanza sicuro che permette di ripristinare la vita del ratto (e la nostra con lui) al prima che manifestasse il problema.. togliendo la causa ormonale si toglie anche la soluzione.
E' sempre e comunque consigliabile sterilizzare, i sintomi in entrambi i casi possono essere i medesimi e solo una volta sterilizzato si può avere conferma se il problema era di origine ormonale o no.. nel caso i sintomi persistano anche dopo la sterilizzazione allora.. è un problemone.
("problemone" è la versione edulcorata di "so' cazzi", ci tengo a sottolinearlo >_<)
Che cosa si può fare?
Si cerca di stabilire una convivenza quanto meno stressante per il ratto e quanto meno pericolosa per l'uomo, a suon di compromessi si può ottenere un risultato vivibile ma bisogna scordarsi di avere a che fare con un ratto che si comporta "da ratto": in lui molto, se non tutto, è alterato.. le sue percezioni come le sue reazioni e come interpreta ciò che gli accade intorno, siamo a livello di psicopatologia, bisogna esserne consci e non sottovalutare il problema.
In casi di soggetti con queste problematiche.. non c'è nè se nè ma..
L'ESCLUSIONE DALLA RIPRODUZIONE DEVE ESSERE INDISCUTIBILE.
Una linea che produce ratti in queste condizioni va interrotta, punto.
Se non c'è modo di arginare il problema e dare al ratto una vita "normale" non ci si può permettere il lusso e compiere un gesto criminale come far mettere al mondo altri ratti con lo stesso problema e condannarli ad una vita alterata e di sofferenza!
E' un problema che non va sottovalutato e va arginato e rimosso senza indugi, già troppi soggetti "matti" sono presenti in Italia.. direi che basta.
Il ratto è da compagnia quando il suo comportamento, il suo carattere, la sua indole gli permettono di vivere serenamente ed armoniosamente in una colonia di ratti, in un ambiente domestico, a contatto con l'uomo.
Se tali elementi vengono meno.. non può essere la direzione giusta da prendere nella selezione e bisogna rivedere le proprie priorità.
Chi adotta prende l'impegno di curare l'animale per tutta la sua vita.. qualunque cosa accada, chi alleva prende l'impegno di far nascere ratti che abbiano quante più possibilità di avere una vita sana e serena, è un patto, un accordo, a cui ambo le parti non devono venire meno, per nessuna ragione.