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Le Dinamiche di Colonia

I ratti sono animali che devono vivere in colonia per mantenere una salute psicofisica ottimale.

Spesso si tengono ratti in gruppi di 2 o 3 soggetti, ciò equivale all'impegno che la persona ha deciso di prendere ma non a ciò che il ratto sceglierebbe per sè, il ratto si adatta e la persona ritiene di avergli offerto un compromesso accettabile. 

A volte è così, a volte non basta.

Un ratto equilibrato, indipendentemente dal suo carattere specifico, vive la colonia partecipando attivamente alle iniziative che vengono svolte, collabora, fa la sua parte e supporta i suoi compagni.

Sappiamo che ogni ratto ha la sua personalità, il suo carattere, la sua indole, riconosciamo in ogni individuo la sua unicità ma se parliamo di colonia parliamo di questo ratto all'interno dell'esistenza di essa.

 

In animali in cui la sopravvivenza della colonia è più importante della sopravvivenza dell'individuo (alto numero di nascite, precoce fertilità, collaborazione nella gestione delle cucciolate, meccanismi di difesa per proteggere la colonia e il territorio in cui essa vive) capiamo che l'animale in sè non è scindibile dal suo vivere in colonia perchè tutto di lui si è evoluto in questi termini ed i nostri ratti domestici non sono diversi dai selvatici, in questo.

 

La colonia va considerata come un essere vivente

le cui parti del corpo sono rappresentate dai ratti che la compongono

 

Un ratto è sé ma è anche parte dell'essere vivente "colonia".

 

L'errore che a mio avviso si fa più spesso è pensare che sia l'individuo a creare la colonia.

Dalla mia esperienza è esattamente il contrario:

 

è la colonia a creare e condizionare l'individuo.

 

Probabilmente questo errore dipende dal fatto che spesso si vedono colonie di 2-3 soggetti e spesso in tali colonie si instaura la dinamica:

- soggetto dominante/più estroverso/più esploratore

- soggetto più remissivo/più timido/che preferisce restare al sicuro

 

- se esiste un terzo soggetto, il suo comportamento è una via di mezzo tra il primo ed il secondo

 

Così si è portati erroneamente a pensare al concetto di alpha e omega, di soggetti beta, che il soggetto dominante sarebbe tale anche in una colonia più numerosa ed il soggetto remissivo lo stesso anche con più compagni attorno, che si tratti del loro carattere e della loro indole e basta.

Che il numero di cui è composta la loro colonia sia ininfluente sul modo in cui loro esistono, si esprimono e si relazionano.

Ecco, non è così :)

E come potrebbe esserlo, del resto, se abbiamo detto che il ratto si è evoluto per essere parte di un organismo vivente composto da tanti soggetti, ognuno portatore del proprio contribuito in termini di carattere e personalità.

E' assolutamente naturale che il ratto si adatti, si moduli e si plasmi in risposta alla propria colonia.

 

Purtroppo però nelle colonie poco numerose le dinamiche si riducono all'osso, non c'è un corretto equilibrio e una corretta distribuzione di ruoli.. e spesso, diciamolo francamente, non si tratta di soggetti equilibrati:

da qui partono overdose di ormoni e problemi di territorialità, possessività, scarsa tempra e ipersensibilità, tutte cose che distruggono l'armonia di una colonia e non permettono a nessun suo membro di vivere sereno.. perchè la colonia per un ratto è il mondo in cui vive.

 

Sono tredici anni che vivo i miei ratti in colonie che vanno dai 5 soggetti ai 15 o più.. in un periodo ho avuto anche colonie di 30 soggetti (maschi e femmine separati ovviamente).

In questo tempo ho potuto osservare cose che finchè tenevo i ratti in gruppetti numericamente inferiori non solo non potevo vedere ma nemmeno sospettare.. ero anch'io convinta che ci fosse il soggetto più dominante e quello più remissivo e che fosse la loro personalità e nulla poteva cambiare ciò.. finchè gli stessi soggetti non li ho inseriti in colonie diverse.

Oppure.. finchè la loro colonia numerosa non è iniziata a calare, venendo meno certi soggetti.

 

Esiste il ratto più dominante, il ratto che di dinamiche di gerarchia se ne frega proprio e vive beato con tutti così come esiste il ratto che riverisce i compagni continuamente cercando conferme.. ed esistono tutte le sfumature possibili di questi ed altri comportamenti.

Queste peculiarità fanno parte certamente del carattere proprio di un ratto ma sono fortemente influenzate dalla colonia in cui vive e dall'equilibrio che si è instaurato all'interna di essa.

 

Detto in poche parole:

 

Una colonia equilibrata, di un numero adeguato e formata da soggetti equilibrati, favorirà le espressioni più positive di ogni soggetto.

Una colonia non equilibrata, di un numero esiguo e/o formata da soggetti non equilibrati, favorirà le espressioni più negative di ogni soggetto, condizionandone pesantemente personalità e comportamento

Da qui non si scappa, ve lo dico!

 

Ed un'altra cosa che è importante ricordare é:

 

lo stesso ratto, in diverso contesto,

può modificare sensibilmente il proprio comportamento e la propria personalità

 

Un esempio che mi capita spesso di riportare è quello della Lolli:

Lolli, rattina santa, docile ed equilibrata, mai avuto problemi o screzi con nessuno, in vecchiaia si è trovata a cambiare più volte colonia per problemi di salute, infine per il suo ultimo inserimento avevo optato per un gruppo composto da madre + figlie adulte.

Accostai i due fauna in cui si trovavano, rispettivamente, la Lolli in uno e Grace e le sue ragazze nell'altro.

Se mettevo la Lolli nel fauna di Grace, benchè lei e le sue ragazze non avessero il minimo comportamento minaccioso, la Lolli era terrorizzata e si aggrappava al tetto disperata! Se invece prendevo Grace e le sue ragazze e le mettevo nel fauna della Lolli.. lei si dimostrava territoriale e le "voleva mettere sotto".

Queste dinamiche.. nel giro di 40 secondi l'una dall'altra, la Lolli era sempre lo stesso ratto.

Come si spiega? Che la Lolli era anziana e malaticcia quindi si sentiva sicura nel suo fauna, permeato del suo odore, ed invece totalmente non al sicuro in un fauna con un odore diverso, con ratti che non conosceva e che se avessero voluto farle del male non avrebbero incontrato difficoltà perchè lei era una vecchia ciabattina malconcia e quindi iper-reagiva, sia per via della sua condizione fisica sia per il trauma di aver perso da poco il suo ultimo compagno (spesso i ratti che restano soli vivono il lutto e rifiutano la compagnia di altri ratti sul primo momento).

I ratti vivono in una realtà fatta di odori, è una cosa che va considerata sempre (motivo per cui si consiglia sempre gli inserimenti in territorio neutro, privo di odore di una o dell'altra parte :P) ma dobbiamo anche considerare le condizioni del ratto in sè, che cosa porta.. che cosa aggiunge.

 

Vedere un comportamento diametralmente opposto in base a quale fauna si trovasse.. la ratta più docile, mite e buona del mondo.. mi ha fatto capire quanto possa essere sensibilmente condizionato il loro comportamento in base a come noi predisponiamo la loro realtà.

Puoi avere un ratto docile ed equilibrato oppure un ratto squilibrato e stressato anche solo sbagliando qualcosa che per noi è "ininfluente" mentre a loro cambia i connotati della loro esistenza.

(è finita che ovviamente ho lasciato Grace e ragazze nel suo e nel giro di qualche minuto si è calmata e col tempo ha apprezzato di essere di nuovo in compagnia, legandosi poi tantissimo a loro ♥)

 

Un altro caso che capita sovente, soprattutto nelle colonie di maschi, è il "cambio della guardia".

Insospettabili soggetti che improvvisamente diventano la figura dominante della colonia (priorità sul cibo, richieste di riverenza da parte dei compagni, ecc.) quando fino al giorno prima erano assolutamente neutri, in secondo piano, quasi adombrati dagli altri.

Problemi di testosterone? Può essere, ma non parlo di questo (che è un altro discorso di tutt'altra natura).

Parlo di quelle colonie in cui il soggetto che rappresenta la figura più dominante o che esercita maggiore controllo sugli altri viene a mancare.. o si ammala e per problemi di salute non è più forte ed in forma come prima.. ed ecco che un soggetto emerge dalle ultime file e si fa avanti di forza, assumendo lui tale posizione.

Fino a ieri era un mezzo fagiolo che contava come il due di picche.. all'improvviso è diventato il nuovo leader ed ha assunto un atteggiamento dominante nei confronti degli altri.

Perchè succede?

Non è impazzito, non ha cambiato personalità, stà solo esprimendo ciò che in assenza della figura più dominante gli è "permesso", il soggetto dominante fungeva da calmante, da mitigatore, senza fare nulla di più che essere presente, nel momento in cui non è più esistita tale pressione.. la pentola si è scoperchiata.

 

Personalmente ho avuto diverse colonie di maschi di cui ero consapevole che senza certi soggetti che tenevano sotto controllo gli altri e mantenevano l'equilibrio.. probabilmente avrei visto molto più movimento e molti più bisticci.

A volte vediamo bisticciare molto non perchè il soggetto più dominante cerca risse ma probabilmente perchè gli altri membri lo mettono in discussione e si rende necessario il chiarimento (sono poi quei ratti che sono pronti a prenderne il posto appena si palesa l'occasione, ma che finchè è presente spesso vediamo pigolare per nulla e scappare via al primo confronto).

 

Anche il numero esiguo, lo ribadisco, può favorire certi comportamenti squilibrati, specie in soggetti che hanno una forte carica di dominanza che viene concentrata su uno o due soggetti e senza avere altre figure che fungono da mediatore in modo da stemperare le tensioni.. tante colonie scoppiano per questo motivo.

 

Non ho più avuto casi di testosterone da dieci anni a questa parte e "sospetto" sia perchè appunto sono in tanti e trovano un equilibrio, per amore o per forza.

Aldilà che allevo soggetti quanto più docili e tolleranti.. ho anche avuto tanti rescue, ratti feeder, ratti provenienti da ogni parte e origine.. con i background più discutibili (XD) potevano essere più o meno sensibili, più o meno tolleranti, più o meno simpatici.. ma mai nessuno ha perso il controllo e credo sia perchè il numero stesso aiuta a relazionarsi ed a stimolare la pacifica convivenza.

 

Naturalmente più i soggetti sono docili e tolleranti e meno c'è il rischio del "cambio della guardia".

Esistono anche colonie che vivono beate, con soggetti non eccessivamente dominanti e che non sentono il bisogno di ribadire gerarchie et similia.

Sono i ratti che preferisco e che preferisco allevare, i budini, i bagigioni, i cuor contenti, quelli che sono sempre felici. ♥

 

Fin qui ho parlato di soggetti equilibrati, che riescono ad adattarsi e modellarsi per inserirsi correttamente in colonia.

Ci sono tuttavia tanti, purtroppo troppi, casi di ratti che non sono dotati di equilibrio mentale:

eccessivamente tesi, ansiosi, aggressivi, opprimenti, mordaci, territoriali, inconciliabili.


A volte con la sterilizzazione si risolve o se non altro migliora un po' le cose, altre volte la sterilizzazione non è risolutiva perché il problema non è solo ormonale.


Con questi ratti vanno fatte altre considerazioni perché il loro modo di agire & reagire non è proprio della natura del ratto e per questo motivo non valgono gli stessi meccanismi su cui si può far leva.

A volte bisogna andare in direzione opposta e contraria.

Laddove maggiore spazio aiuta un soggetto equilibrato.. può mettere invece più in difficoltà un soggetto stressato e teso, può sentirsi meno al sicuro e reagire per difesa.

Laddove un maggior numero di compagni in colonia può portare maggior armonia tra i membri della stessa.. per un ratto con difficoltà a relazionarsi, aggressivo e che iper-reagisce alle interazioni può essere controproducente se non addirittura peggiorativo. 


Va senz'altro considerato il caso specifico, le problematiche presenti e in quali termini si può migliorare la situazione.

Purtroppo di questi ratti in Italia ne sento sempre più parlare ed è un bel problema, sia per chi ci convive (persone e ratti) sia per questi ratti.. che di certo non si può dire vivano bene, contenti e felici. :(


Ci tengo a sottolineare che questa non è la normalità per il ratto, è una triste eccezione emersa fin troppo di frequente.

La normalità per il ratto è la capacità di comunicare e mediare le situazioni di tensione tra i membri della colonia per evitare scontri e conflitti, agire in forma collaborativa, adattarsi e partecipare alla vita di colonia in modo armonioso.

Comportamenti diversi differiscono da quella che è la sua natura e va capito se dipendono da condizioni non favorevoli che abbiamo creato noi o da un problema proprio del soggetto a cui bisogna cercare di trovare soluzione andando incontro alle sue diverse esigenze.

- se nella vostra colonia ci sono eccessivi bisticci

- se ci sono problemi di relazione e comunicazione

- se ci sono soggetti che comandano ed altri che vivono relegati in un angolo..

(escluso problemi di testosterone ed in tali casi consiglierei una castrazione)


valutate se la realtà che state offrendo ai vostri ratti permette loro di esprimere il loro meglio

 

- se lo spazio è adeguato e sviluppato in modo da favorire le attività di gruppo ed individuali

- se la compagnia è sufficiente, equilibrata e adatta 

- se raggiungere cibo e acqua non crea competizione

- se la tana che hanno a disposizione è grande abbastanza per contenerli tutti comodamente

- se ci sono altre tane in cui possono stare per evitare il contatto stretto con altri

- se ci sono elementi di disturbo (luci, rumori, odori, vibrazioni, altri animali)

 

Non limitatevi a pensare "è così, è il suo carattere" perchè state probabilmente commettendo un errore ed una leggerezza.. e lo stesso ratto in un altro contesto ed in un'altra colonia avrebbe un comportamento differente, ciò significa (e questo è un bene) che qualcosa potete sempre fare per aiutarli a vivere al meglio la loro vita, in modo quanto più sereno e armonioso.

 

Vi invito a riflettere su questo ;)