Sono in vena di confessioni.
Sarà perchè da tempo mi confronto con un ambiente in cui non mi trovo.. sarà perchè alla fine non mi ci sono mai trovata.. sarà anche per quest'ultimo periodo molto pesante nella mia famiglia.. in un qualche modo scrivere mi aiuta.. e buttarlo fuori mi toglie il nodo in gola, lo scioglie.
Confesso: non sono un allevatore coraggioso, io a dirla tutta ho sempre allevato nella paura.
Paura di Allevare
Ho iniziato ad allevare in un ambiente ostile, dove chi allevava era considerato alla stregua di un disgraziato che usa gli animali per arricchirsi, descrizione che sicuramente poteva calzare ad altri ma che non ha mai riguardato me. :(
E quindi vai a giustificarti perchè decidi di farlo, mostra il buon impegno, la buona volontà, la trasparenza, mostra tutto.. aspetti belli e aspetti brutti, parla dei problemi.. soprattutto di quelli perchè gli altri che allevano non lo fanno, gli altri sono sempre perfetti, te che lo racconti e lo metti in piazza sei pure sfigata.
Ma me ne sono fregata perchè l'amore per i miei ratti e il motivo per cui ho deciso di allevare è sempre stato superiore a tutto ciò che era al di fuori del Rattaio.
E sono andata avanti, oltre le frecciate, le pugnalate nella schiena di chi si diceva prima amico e poi lame alla prima occasione, le spalate di merda che ho ricevuto da chi prima avevo aiutato e poi, quando s'è creduto arrivato, per apparire migliore gettava fango.. sono andata oltre tutta questa immensa bruttura perchè io amo i miei ratti e allevo per loro e per me, non per altri.
Arrivata perfino a scindere Ratto che Passione da me e dal mio allevamento per non permettere che il pregiudizio nei miei confronti (e di chi alleva) diminuisse il valore e l'utilità di un sito che alla nascita della comunità rattara italiana poteva essere di aiuto a tanti per conoscere meglio il ratto, senza necessariamente associarlo ad un allevamento.
Tale era la pressione che subivo che il mio nome l'ho aggiunto solo molti anni dopo, proprio perchè non volevo fosse oggetto di pregiudizio come lo ero io.
Che bell'ambiente, eh?
Essere trattati come quelli che fanno cuccioli a palate da vendere in fiera, che i ratti li chiamano per nomi di varietà.. perchè non hanno un nome proprio, che producono sia da pasto che da compagnia.. la differenza è nel prezzo, solo perchè decidi di allevare.
Aver imbarazzo nel dire che si alleva, giustificarsi.. quando è una parte enorme della tua vita e ci metti tutto il cuore.. ma sei in torto a prescindere perchè altri che non ti conosco e non sanno niente di te hanno deciso così.
Paura della Cessione
Per questo in così tanti anni di allevamento ho avuto soltanto due brevi momenti in cui ho deciso di cedere.. per poi rinunciare poco dopo perchè il peso e l'impegno di dover andare incontro a sconosciuti che spesso si sono rivolti a me pensando che io fossi "un allevatore come tutti gli altri" era onestamente troppo.
Preferisco occuparmi dei miei ratti.
E questo va bene, non importa il carico di lavoro, il tempo e la vita spesi, i soldi.. che escono soltanto (e a valanghe) e non ricavarci un centesimo.. per me è più accettabile che confrontarmi con chi cerca il ratto e non si è nemmeno informato sulle sue necessità minime, si rivolge all'allevatore perchè vuole il ratto "migliore" ma l'allevatore si trova davanti un potenziale adottante ancor meno che mediocre.
Passo, mi dico. Passo.
Perchè la paura di affidare un mio ratto a qualcuno che alla fine non si dimostra all'altezza è troppa.
La paura che il mio ratto sia finito da chi non lo ama come sarebbe stato amato se fosse rimasto a casa.
Il pensiero che per due/tre anni io sia ostaggio dell'adottante che si è rivelato una brutta persona per cui devo comunque esserci, per il bene del ratto e non perderne completamente le tracce.
E con alcuni non farcela più per la gastrite che hanno fatto venire e sentirsi in colpa per quel ratto rimasto nelle loro mani, per sempre.
Io non cedo per paura di far vivere male una vita che se restano con me posso garantire serena e felice, ed è l'unica vita che hanno, ed è la vita che io ho deciso che loro avessero.. con determinate caratteristiche e qualità, una vita di cui mi sento responsabile, di cui mi faccio carico interamente.
Per paura io non cedo.
Paura dei Parti
All'inizio allevare è stato "facile", non avevo incontrato difficoltà, problemi di salute e la genetica mi appassionava tantissimo, l'unico problema non cedendo era dove tenerli.. così nacque il Rattaio, gli spazi divennero sempre più ampi, ogni mese il Rattaio cambiava faccia in base a quale idea mi era venuta per gabbie e alloggi fermo restando che per me lo spazio era fondamentale, cresceva così come crescevano i miei ratti, le mie Linee, il mio allevamento.
Spesso parlo del Rattaio come fosse un essere vivente anche lui.. perchè è così che lo considero, è un mondo e in quanto tale è vivo.
Poi è successa la prima disgrazia, la prima tragedia, onestamente da lì non mi sono più ripresa.
Il primo parto andato male.
Da lì è iniziata la paura dei parti.
Il panico dei parti.
Ricordo che andai talmente in crisi che cercai confronto anche sui forum stranieri (che tanto con gli italiani.. lo abbiamo detto, loro mai un problema, sempre perfetti, l'unica a cui capitano brutte cose son sempre io) e rimasi sconvolta dal loro approccio:
"succede".
Come.. succede? E come posso evitarlo??
"Non è colpa tua, può succedere, sono esseri viventi, riprova e vedrai che andrà bene, non ti abbattere".
Come.. come si può mettere in conto che possa succedere? Come posso prepararmi alla vita che nasce ed invece avere una ratta, amata immensamente, che muore? Come posso decidere chi riprodurre sapendo che potrebbe andare male e potrei invece perderla per sempre?
CRISI NERA.
Da voler smettere di allevare, non ne vale la pena, un rischio così, per cosa? Per la discendenza, per andare avanti, per tenermeli stretti il più possibile anche quando non sono più a questo mondo.. sì.. però.. e se va male??
Passati i mesi, metabolizzando il più possibile quanto successo, cercando di farmene una ragione (che ancora oggi non ho trovato) ho deciso di andare avanti, anche per chi non c'era più.
Perchè se ti fermi perdi tutto ed io non ero pronta.
Perchè la paura di perdere tutto, certa se non riproduci, era più forte ancora della paura della possibilità di problemi, non certa.
Da allora ogni parto l'ho vissuto con un'ansia e un'angoscia tale da aver avuto ripercussioni serie sulla mia salute.
In tredici anni di allevamento ho perso per parto tre ratte.
Riprodotte decisamente molte di più.
E ciònonostante.. nonostante i numeri siano decisamente a favore di parti andati bene.. oppure andati male ma l'esperienza mi ha permesso di farli finire comunque bene.. io continuo ad essere angosciata dal momento del parto.
Paura, panico, terrore.
Ogni santissima volta.
Paura di Creare un Danno
Sviluppando Linee, aprendo a nuovo sangue, cercando di portare avanti il meglio per garantirlo ai discendenti,oltre ai risultati cercati si sono mostrati anche problemi di salute.
Si sa, il ratto è un animale soggetto, si cerca di allevarlo e selezionarlo proprio per dare alle nuove generazioni più salute e migliori qualità rispetto alle generazioni precedenti.
Questo è lo scopo, questo è l'obiettivo.
Ma durante il percorso è successo che da Linee sane, da genitori sani, da generazioni precedenti sane.. saltasse fuori una magagna di salute da mettersi le mani nei capelli.
E da lì il senso di colpa.
Non potevo sapere, non potevo immaginare, fino a quel momento era andato tutto bene.. eppure ora è nata una cucciolata con questo problema e la responsabilità è comunque mia.
Io sono responsabile dunque io sono colpevole.
Nonostante l'impegno, nonostante le buone intenzioni, nonostante quanto ci tieni.. è successo.
Panico.
Perchè sulla carta doveva andare bene, dai risultati precedenti doveva andare bene, in base a quello che sai doveva andare bene.. e invece è quello che non sai a fregarti, quello che non sospettavi nemmeno che ci fosse, quello che sulla carta non era scritto nemmeno in piccolo, e di fronte hai l'unica ineluttabile verità: "non sai tutto quello che c'è da sapere, non puoi mettere la mano sul fuoco su nessuno, ogni cucciolata può essere una sorpresa, anche in negativo".
Destabilizzante.
Frustrante.
A che serve allevare per anni e averli sotto al naso per anni se poi salta fuori una cosa tremenda e mai vista prima?
Paura megagalattica di pestare un merdone ad ogni riproduzione.
Merdone che poi sarà la condanna di chi amo.. o farà vivere loro una vita non sana e perfetta come sarebbe dovuta essere.
Ero arrivata ad un punto in cui mi sembrava di camminare su una lastra di ghiaccio sottilissimo.. ogni passo poteva finire con un tuffo nell'acqua gelida.
Ricordo ancora i pianti che facevo e la sensazione di non essere più sicura di niente, di sbagliare comunque, qualsiasi direzione avessi scelto.
Di quel problema ne parlai apertamente, pubblicamente, ci scrissi un sito, mi confrontai con chi aveva ratti della stessa origine dei miei, aggiornai con gli esiti delle necropsie, interruppi una Linea che amavo immensamente proprio per non rischiare che altri potessero nascere con quel problema, una Linea che aldilà di questo schifo era perfetta.. e che solo successivamente, le ultime generazioni, risultarono esenti quel problema.
Io non potevo saperlo, feci una scelta per paura di portare avanti una condanna a morte per chi amo.
La paura di sbagliare e di creare una combinazione deleteria per chi nasce.. da una coppia che ho scelto io.. da quel momento mi ha sempre tormentato.
L'incidenza di tumori, i problemi ormonali, la salute superata una certa età.. ho iniziato a ritardare il momento di riproduzione dei miei ratti proprio nel tentativo di far emergere queste problematiche prima di mettere un ratto in riproduzione.
Perchè dopo è tardi.
Dopo la frittata è fatta.. e io ne sono responsabile.
La paura mi accompagna in ogni scelta allevatoriale che faccio.
Paura di Non Essere Compresa
Negli anni si apre il mio orizzonte su altri ambienti rattari, non solo più quel piccolo mondo italiano.. pieno di invidie, rancori e palate di fango equamente distribuite, così imparo a conoscere altre mentalità, altri sistemi, altri modi, ciò che viene considerato etico e cosa no.. in altre parti del mondo.
E dopo tutti questi anni.. confesso, mi sento sola.
Non riesco a trovarmi, vivo sull'Isola che non c'è, comprendo le ragioni altrui e al tempo stesso comprendo che gli altri non possono comprendere me.
Perchè i miei obiettivi sono diversi dai loro, non dico che i loro siano sbagliati.. dico che tutti hanno quegli obiettivi e sono considerati unanimemente quelli giusti.. e non sono i miei.
Ciò con cui mi scontro più esistenzialmente è il cull, la pratica di eliminare fisicamente un essere vivente che non corrisponde allo standard di selezione che l'allevatore si è prefissato.
A me.
Che da piccola trovavo un randagio e lo portavo a casa.
Che ho recuperato animali dalle condizioni peggiori per dar loro una vita felice, non importava che ricevessi amore in cambio oppure no.
A me, che qualsiasi ratto mi nasce per me è sempre perfetto e meritevole di tutto l'amore possibile, poi può non essere l'ideale da riprodurre ma sarà sempre amato per ciò che è, anche quando troppo timido o troppo prepotente o troppo agitato o un mago della fuga, esiste perchè l'ho voluto qui con me a questo mondo, è perfetto a prescindere perchè ha i geni dei suoi genitori, della sua Linea, lo amo perchè c'è, io ringrazio che esiste.
Allevo perchè ho questa testa qui, questo cuore qui, perchè ragiono così.
Non ho mai voluto produrre qualcosa per altri.
Non mi sono mai posta un limite di spazio per cui devo cedere per forza, cullare chi non corrisponde allo standard o fare rehoming dei soggetti già riprodotti e non più "utilizzabili" perchè sennò non ho spazio per avere altre cucciolate.
Piuttosto mi fermo, rispetto il ricambio generazionale, mi limito in base alla disponibilità che ho, non faccio nascere ratti che non ho spazio per tenere perchè non voglio essere obbligata a doverli cedere per questo.
Considero davvero i miei ratti la mia famiglia, ognuno di loro, nessuno occupa il posto che deve essere destinato ad un altro in futuro, ognuno di loro esiste perchè è stato voluto ed è nel posto a lui destinato, il suo.
E per ognuno di loro voglio una vita quanto più serena, sana e lunga possibile.. perchè non serve per la riproduzione o perchè è oltre l'età.. è giusto pensare di sbarazzarmene?
Per molti sì.
Perchè tenerli è un costo, mantenerli è un costo, è spazio che occupano e "rubano" ad altri, perchè invecchiano e aumentano i costi veterinari, è molto più conveniente per l'allevatore non tenersi soggetti che non servono a niente e sono solo un costo, impegno e lavoro in più.
Io però non mi ci trovo.
Lo capisco come ragionamento eh.. solo che non mi appartiene.
Così come i problemi di aggressività ormonale, specie se riguardano le neomamme.
Si sa che nel 99% dei casi è un fenomeno passeggero che nel giro di 2-3 settimane scema per conto suo, a me è successo negli anni di avere ratte con questo problema, specie nelle aperture di linea.
Come risolvono gli altri?
Molti uccidono la ratta, tutti i cuccioli e pure i parenti della ratta, se gli gira male.
Perchè è un problema che può manifestarsi in futuro anche con le figlie, con i maschi, è una bega da eliminare in una linea, troppo lavoro, non c'è da fidarsi a cedere ratti figli di una ratta che fa così perchè potrebbero essere mordaci o poco equilibrati in futuro quindi.. stermina, resetta, abbiam scherzato, colpo di spugna, passiamo ad altro.
Come risolvo io.. è un pò diverso.
Non uccido nessuno, escludo dalla riproduzione quella mamma e quella cucciolata o interrompo la linea oppure.. se vedo margine di miglioramento.. ci lavoro su e il tempo che ci vuole glielo dedico.
Perchè ho scelto di non preoccuparmi di future dita morse di adottanti, ho scelto di tenermeli e di farmene carico interamente e sarò io al massimo a pagarne le conseguenze.. e mi stà bene.
Comprendo che chi alleva per cedere non veda il senso di investire tempo ed energie in animali che non può vendere "in sicurezza", non voglia la responsabilità di futuri morsi e non abbia spazio per tenersi tutto.. lo comprendo.
Addirittura trovo più sensato il loro cullare rispetto magari alla realtà italiana in cui tali ratti vengono comunque venduti, ceduti a neofiti che si sono affidati all'allevatore e si trovano piccole bestie di satana con problemi ormonali vari.. questo lo trovo profondamente ingiusto.
Per i ratti e per chi li ha adottati.
Così, in questo continuo ed incessante confronto impari tanto con l'estero quanto con l'Italia, ho scelto di non relazionarmi praticamente più con nessuno.. perchè nessuno comprenderebbe le mie ragioni appieno.
Cioè.. allevi e non vendi?
Cioè.. allevi e te li tieni?
Cioè.. allevi, non ci fai un euro e spendi più di quello che hai per mantenerli?
Cioè.. allora sei scema!
Cioè.. cosa allevi a fare!
Cioè.. cosa te ne fai di così tanti ratti!
Se rispondo che li ho perchè li amo e ci tengo.. beh.. anche quelli che li cullano dicono di amarli.. anche quelli che li vendono dicono di amarli.. usiamo le stesse parole ma i nostri fatti non coincidono per niente.
E allora rinuncio.
Ognuno dica ciò che crede, io faccio ciò che sento.. ma è innegabile che sento un gran eco intorno.
Paura di Selezionare per Cedere
Di questo mi sono resa conto appunto confrontandomi con allevatori che io stimo, pur non condividendo pienamente il loro metodo.
Negli anni, non cedendo, selezionando secondo i miei standard che oltre alla salute comprendono la socialità e l'equilibrio ai primi posti, ho portato avanti le mie Linee secondo ciò che rende i miei ratti perfetti per vivere in Rattaio.
Perchè è in Rattaio che trascorrono la loro esistenza e quindi per me è fondamentale che abbiano le qualità più adatte per vivere la loro vita lì dentro nel migliore dei modi possibile.
E mi sono chiesta.. queste stesse qualità sono altrettanto adatte a renderli ratti "cedibili" ad altri e destinati a vivere in altri contesti?
La risposta è sì.
Approfondendo nel dettaglio.. onestamente.. forse per me diventa un nì.
Perchè.
Allevo i miei ratti perchè siano in grado di vivere serenamente in colonie numerose, in ampi spazi, affiancati ad altre colonie numerose, in un ambiente pieno di ratti di ambo i sessi e di tutte le età, con una presenza umana sempre gradita ma non fissa e stabile, in un luogo che non è vissuto da umani ma è per ratti.
Anni fa facevo più inserimenti, più test, emergevano più problemi ed in base a ciò dirigevo le Linee in una direzione o un'altra, perlopiù interrompendo e ricominciando daccapo, ma negli ultimi anni ho preso l'abitudine di fare più cucciolate contemporaneamente, dividere tra maschi e femmine e far vivere le colonie derivanti vita natural durante insieme, rari gli inserimenti.. semmai proprio quando per vecchiaia una colonia si consuma e restano gli ultimi anzianotti che meritano ancora un pò di compagnia.
Questo per me è conveniente, non litigano mai, crescono insieme e insieme restano tutta la vita, questo per me è il giusto per loro.
Come selezione riconosco che può avere invece delle lacune.
Allevatori che stimo scambiano soggetti tra le varie colonie per testare le loro reazioni e valutarne il comportamento.
Spostare le colonie dalla loro gabbia e metterle in un'altra.
Inserire cuccioli per vedere il grado di tolleranza degli adulti.
Sono d'accordo.
Sono tutte cose che negli anni ho fatto e che ritengo utili per valutare un soggetto a tuttotondo.
E non l'ho fatto più per paura.
Se il ratto più buono del mondo, su cui contavo di avere cuccioli date le sue ottime qualità, sottoposto a stress relazionale diventa un piccolo stronzo furioso?
Eh.. magari tornando alla sua colonia torna come prima.. e magari no.
Magari nella colluttazione ferisce in modo irrimediabile un altro ratto.
Magari gli parte l'ormone a mille e necessita sterilizzazione per farlo tornare "normale", con i possibili rischi che tale intervento può comportare.
Magari anche altri ratti oltre a lui si scompensano e mi sono giocata l'armonia di più colonie e la serenità di più ratti.
Magari inserisci un cucciolo e lo uccidono in 3 secondi.
Bello testare per avere conferme positive.. e se invece va male, che si fa?
Chi si prende la responsabilità? Chi raccoglie i cocci?
Sempre io.
Ho dei ratti così terribili? No, sono dei patatoni.
O meglio.
Cresciuti ed allevati come sono stati finora.. hanno dato il meglio di loro, hanno mostrato equilibrio, socialità, serenità e mai un litigio, mai una bega, vivono meravigliosamente in gruppo e anche quando un soggetto viene rimosso (per cure o per riproduzioni) quando torna viene accolto senza problemi.
Ma io la mano sul fuoco che se messi in un'altra condizione non avrebbero reazioni diverse da quelle che conosco.. non la posso mettere.
Perchè non lo voglio scoprire.
Perchè non voglio dover prendere atto che è anche così, che i ratti che tanto adoro e tanto sono perfetti in un modo.. possono essere diversamente in un altro.
Perchè in passato questi test li facevo e ci sono state occasioni in cui il cuore mi si è spezzato.
Perchè altrove questi ratti verrebbero eliminati.
Loro, i loro parenti, i loro discendenti, la loro linea. Reset totale.
Non garantiscono sicurezza ad essere ceduti, via dal programma di riproduzione, via dall'allevamento, via dal mondo.
Qui no.
Qui raccolgo i cocci, qui devo farmi carico delle conseguenze, qui devo aggiustare quello che s'è rotto.. e non sempre è possibile.
Qui devo accettare l'errore, il fallimento, interrompere una linea, quindi mettere in conto spazio ulteriore per ripartire da zero con un'altra linea e sperare che non si ripeta ancora lo stesso copione.
Qui devo continuare a guardare negli occhi quei ratti e continuare ad amarli nonostante la delusione che grava sul mio cuore.. perchè è sempre e solo mia la responsabilità.
Negli ultimi anni ho scelto di allevarli e selezionarli perchè vivano qui la migliore vita possibile e perchè io abbia la vita più facile e serena con loro.. ma se penso al modo in cui invece solitamente i ratti vengono gestiti nelle "normali case".. in due-tre alla volta, magari con inserimenti di cuccioli dopo qualche mese/anno (e chissà di che origine).. a me vien l'ansia.. perchè non sono sicura che i miei ratti saprebbero vivere al meglio la loro vita quando io li ho voluti in un certo modo e posso garantire il meglio per loro nel nostro contesto, che non è quello che gli viene offerto altrove.
Oh beh, chiaro! Io mi pongo questo problema laddove c'è un fottio di gente che è disposta a vendervi ratti a manciate e non se lo pone pur avendo da offrire ben di peggio e, anzi, quando poi vi trovate in cacca vi dovete pure arrangiare!
Mi si perdoni ma altri allevatori coscienziosi si pongono di non mettere in difficoltà l'adottante e che non subisca danni.. io in primis mi preoccupo di quel mio ratto che se restava a vivere con me in Rattaio era felice e invece magari altrove non lo è.
Per i motivi più disparati.
Ho scelto di non "testarli" più perchè la paura delle conseguenze ha deviato le mie prospettive: per vivere qui devono essere così.. per essere ceduti e vivere altrove non voglio scoprire che non sono altrettanto adatti perchè ciò comporterebbe una ferita troppo grave nella mia famiglia, subìta per accontentare altri, estranei e sconosciuti, che hanno pretese nei nostri confronti.
E allora queste pretese andate ad averle con altri, io mi evito una rogna.
Dall'ultima epidemia che ha messo in ginocchio il Rattaio il mio solo obiettivo è stato ripristinare le Linee, non perderle, recuperare il buono.. su questo si è basato il mio programma di selezione negli ultimi anni, dedicato ai miei ratti e a me, non a terzi, ma proprio perchè mi confronto su questi argomenti ogni giorno, che condivida un metodo o meno, comprendo le esigenze di selezione di chi alleva per poterli cedere.. io non sono in grado di affrontare le conseguenze di tali esigenze.
All'estero il cull, per buona parte.
In Italia adottanti masticati e incazzati contro gli allevatori.
Passo.. perchè posso.
Gli Allevatori Coraggiosi
All'inizio ho parlato di allevatori coraggiosi, cosa che io non sono.
Questa linea ha problemi? Eliminala, ricomincia.
Questo ratto ha problemi? Eliminalo, ricomincia.
Questa coppia ha dato cuccioli con problemi? Riaccoppiali e vedi se si ripete.
Questa cosa è andata male? Rifalla e vedi se succede ancora.
Hai un dubbio su questo ratto/coppia/linea/gene? Approfondisci anche se può voler dire eliminare questo e quello come conseguenza.
Tanti, la maggior parte, ha questo tipo di approccio.. che secondo me è quello giusto.
Non parlo di etica (perchè per me è un'altra cosa) ma ritengo questo approccio il più corretto per determinare la qualità di un prodotto.
Se come allevatore hai l'obiettivo di offrire a terzi degli esseri viventi che corrispondano a non meno di determinate caratteristiche e ti prendi in carico e sulla tua schiena tutto il processo di selezione (e quindi relativa esclusione e smaltimento), interamente, stai facendo quello che dici.
Altri, che si propongono con gli stessi obiettivi ma che la parte relativa ad esclusione e smaltimento non se la prendono sulla propria schiena ma la mettono sulla groppa di altri, spesso ignari adottanti che si sono fidati di loro, sono dei ciarlatani.
Ritengo che per allevare con l'obiettivo di cedere si debbano avere standard più severi e affrontare i fallimenti come parte del percorso, senza drammi e tragedie, senza crisi esistenziali e ammalandosi per questo, non significa non avere amore anche per quegli animali, significa che è più importante ciò che si vuole ottenere da loro rispetto alla loro stessa esistenza.
E poi ci sono io.
La fifona.
Quella che si è fatta influenzare pesantemente e irrimediabilmente da ogni cosa negativa successa nel suo percorso.
Quella che se muore un ratto è tragedia senza fine, per ogni suo ratto.
Quella che è sempre colpa sua, sempre, non importa per cosa o se era inevitabile, colpevole!
Quella che non si fida più di nessuno, e si sente in colpa perchè sa che tanti non se lo meritano, ma non ha mai ricevuto le scuse da chi l'ha ingannata/usata/diffamata/tradita.. e quindi ci vanno di mezzo tutti.
Quella che solo a pensare alle riproduzioni non dorme più alla notte.
Quella che quando si avvicina il parto ha la gastrite che se la mangia.
Quella che se la mamma ratta non ha latte si ammala pur di cercare di salvarne i cuccioli.
Quella che se emerge un problema in Linea si fustiga e si maledice e si consuma di pianti.
Quella che passa le notti a studiare e cercare ogni informazione, studio ed esperienza per conoscere meglio un problema e riuscire ad affrontarlo in modo efficace.
Quella che ha paura di tutto.. che teme ogni conseguenza.. che tante volte non fa.. così non può andare male.
Quella che vive tutto con un'ansia insostenibile.. e non ce la fa a fare spallucce davanti ad una rogna, qualcosa che va male, un problema che salta fuori.. no.
Il mondo cade ogni santissima volta.
E quelli come me.. non dovrebbero allevare.
Diciamolo.
Perchè si rovinano la salute, ci rimettono tutto quello che di buono serve per esistere.
Non si riprendono mai da una disgrazia, ne vivono sempre all'ombra, sempre consci di ciò che è stato, disperati nel tentare che non possa ripetersi.
Quelli come me, con quanto spendono di loro e quanto rappresenta per loro allevare, i ratti non li danno via come il pane, non ci rinunciano.. nemmeno se ci guadagnassero in denaro e salute.. perchè quanto spendono e consumano di sè non è rimborsabile.
Io non ho un approccio coraggioso all'allevamento, io sono sempre disperata.
Disperata perchè non voglio perderli, disperata perchè vada bene, disperata perchè non saltino fuori rogne, disperata perchè la Linea guadagni una generazione in più, disperata per tutto quello che ho affrontato negli anni e temo possa ripetersi.
I coraggiosi questi problemi non se li fanno.. e beati loro!
Vorrei essere coraggiosa anch'io.. almeno nella parte in cui so accettare le cose negative senza distruggermi ogni volta.. ma mi sa che son nata quadrata e tonda non ci posso diventare..
I coraggiosi fanno bene ad allevare, possono offrire ratti per cui hanno fatto il lavoro sporco quando è stato necessario.. io non voglio sporcarmi le mani, lo dico chiaramente, e quindi non posso offrire nulla.
Me lo tengo così com'è e per me andrà sempre bene.
Se ci fossero solo allevatori come me.. nessuno darebbe più ratti a nessuno, vedi che non può andare bene?
Lo confesso, sono un pessimo allevatore.
La vita di ogni mio singolo ratto, nato da me o preso altrove, ha sempre avuto più valore di qualsiasi mia condizione, obiettivo, programma, necessità, da qui non posso spostarmi perchè come dice Babbo Natale ne Le 5 Leggende "è il mio centro". :)
La loro vita è più importante di tutto il resto, a questo mi adeguo, su questo costruisco il mio vivere.
Li considero famiglia e come tale li tratto, non allevamento.. famiglia.
Non sono migliore di altri, probabilmente molti dopo questo scritto penseranno che sono pure peggio di quel che credevano ma non devono preoccuparsi: la mia esistenza, così come quella dei miei ratti, in alcun modo turberà mai la loro. Giuro.
E confesso anche che aver buttato giù queste righe mi dà conforto.
Avevo altre cose da scrivere, su altri argomenti, ma il fastidio che ho provato di recente ricevendo tante richieste di adozione di ratti quando io non ho mai detto di averne da cedere mi ha fatto covare il pensiero di voler spiegarmi, ancora una volta, ancora una volta, ancora una volta.
Certo, chi cerca ratti da me non lo leggerà.. lo so.. ma io l'ho detto chiaro e tondo, mi basta.
Confesso:
Non sono un allevatore coraggioso, ho solo una famiglia molto numerosa.